L’escursione parte da Pieve de’ Saddi culla del culto di San Crescenziano, primo evangelizzatore dell’alta valle del Tevere e percorre la bella valle del Carpina.
L’edificio ecclesiastico fu eretto nel luogo del leggendario martirio di San Crescenziano, documentato già nel XI secolo e ne conserva le reliquie.
Posta a poco più di 10 km da Pietralunga, si raggiunge dalla statale 201 nei pressi dello stadio, prendendo per la provinciale 106 in direzione Città di Castello, al bivio si gira a sinistra e poi si prende una piccola strada sulla destra sempre seguendo le indicazioni per Pieve de’ Saddi, dopo circa 4 Km si oltrepassa un ponte sul torrente Carpina e si svolta a destra. Proseguendo sempre dritti per circa 6 km si trova l’imponente e solitaria Pieve de Saddi sulla destra.
Lasciando la Pieve alle proprie spalle, si attraversa la strada principale e si prende l’itinerario 111, procedendo per 600 metri, fino a raggiungere il bivio; qui girare a destra, fino a raggiungere un altro bivio dove conviene tenersi ancora a destra. Un cerro precede un campo incolto, più in basso si fa notare la luccicante cupola dell’Osservatorio di Coloti, mentre la via prosegue lungo un altro campo con al centro una grande quercia che si supera mantenendosi sul lato destro ai margini del bosco, che si attraversa sul punto contraddistinto dal segnale bianco–rosso fino a scendere a precipizio al sottostante fosso di Casaprete. Il corso d’acqua prima va costeggiato e poi guadato, camminando lungo una piccola gola rocciosa. Si risale fra un bosco misto di carpini e ornelli, percorrendo un tratto di sentiero dove affiora la marna. Usciti dal boschetto si rivela una sequenza di piccoli monti solcati ai piedi dai tanti ruscelli. Successivamente si incontra un altro campo, che si percorre sul lato destro fino a raggiungere una carrareccia che sale abbastanza decisa.
Si raggiunge così il lungo rudere di Caimoroni (599m), da dove è visibile sullo sfondo la sagoma della Rocca d’Aries, incorniciata da monti, dove fra tutti svetta il monte Acuto, su un vicino poggio si scorgono gli imponenti ruderi di casa Savignano.
L’itinerario passa presso il grande e malridotto mandorlo situato allo spigolo dell’edificio di Caimoroni per poi proseguire la strada poderale, al bivio ignorare la via che sale e continuare sulla sinistra; lungo la strada s’incontra una fonte.
Oltrepassata la fonte, si segue la via diritta che evita la casa e giunge ad un vasto incrocio di strade, qui si lascia il sentiero 111 che proseguirebbe verso Montone, visibile sullo sfondo, e s’intraprende a sinistra il 14, in direzione Coloti.
Si rivede, celata da alte conifere, la Pieve de’ Saddi, al seguente bivio seguire la strada che sale, come suggerisce la segnaletica, per poi affiancare la recinzione che precede i ruderi di casa Spirineo. Appena più in basso il borgo di Coloti, che potrete visitare con una deviazione di 250 m.
Con il borgo alle spalle, si intraprende il sentiero che si apre fiancheggiato da pini. Percorsi circa duecento metri si svolta a destra, la via a sinistra sarà quella del ritorno. Il sentiero, dal fondo marnoso, si inoltra all’ombra di un bosco misto. Si segue un rigagnolo per una decina di metri e poi lo si attraversa; il sentiero prosegue meno marcato, ignorare una via che sale a sinistra e, continuando diritto, si arriva ad un bivio: qui prendere la strada che sale, segnalata come sentiero 111C.
Si attraversa un altro dei numerosi fossetti che si incontrano e poco più in basso tutti questi confluiscono sullo scrosciante Rio Sansa, a sua volta tributario del Carpina. Ad un ulteriore bivio, prendere la via che discende leggermente a destra, nei brevi tratti dove l’antica strada vicinale non è più leggibile mantenere il margine del bosco fino a superare e varcare il rio principale.
A questo punto si lascia sulla destra un dosso di marna triturata e, affrontato un altro guado, è bene tenersi a sinistra al limite di una scarpata dove si scopre un semplice manufatto contenente l’acqua della fonte di San Crescenziano che emerge sotterranea, dal caratteristico odore solforoso al centro della confluenza di tre torrenti, dove, secondo una leggenda vi era la tana del drago ucciso dal Santo.
Si lascia sulla sinistra la fonte, salendo il tracciato si inoltra in un bosco di querce secolari e si arriva ad una radura: la strada vicinale si fa ora più leggibile e si percorre arrivando cosi alle spalle del casolare posto dinanzi alla pieve.
Periodo: tutto l’anno esclusi i mesi invernali |
Stato segnaletica: sentieri 111c, parte del 114 e parte del 111 segnati con frecce e vernice bianca/rossa Stato manutenzione: Lunghezza: 9 KM Dislivello: 220 m Durata: 3h 00 Scarica il PDF Scarica la traccia GPX Scarica la traccia KML Scarica la traccia KMZ |